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Archive for the ‘Decennale’ Category

Giovedì 6 novembre 2008, ore 21.00 – Biblioteca – P.za Pagano – S. Martino in Strada

La locandina del film

Un film di Saverio Costanzo. Con Lior Miller, Mohammed Bakri, Tomer Ruso, Arin Omary, Hend Ayoub. Genere Drammatico, colore 125 (90) minuti. – Produzione Italia 2004.

Una casa isolata nei Territori occupati è invasa da una pattuglia dell’esercito israeliano che la usa come base operativa. La famiglia palestinese che la abita – due coniugi e cinque figli – è relegata a pianoterra e, di notte, chiusa in una stanza. Gli occupati reagiscono in modi diversi alla presenza degli occupanti e all’autorità di Mohammed, il padre insegnante. In inglese private ha almeno sei significati tra cui “soldato semplice”: si trovano tutti in questo film di basso costo, girato in Calabria, vicino a Riace, dall’esordiente S. Costanzo, figlio d’arte, e scritto con Camilla Costanzo, Alessio Cremonini e Sayed Qashua. Al Festival di Locarno 2004 ha vinto il Pardo d’oro e un premio per M. Bakri, primus inter pares in un racconto corale d’impianto teatrale. Il “fuori” della vicenda è suggerito nella colonna sonora. Il tragico conflitto che oppone israeliani e palestinesi è condensato in un caso esemplare di “resistenza passiva ma non remissiva, non-violenta ma intransigente” (Mauro Caron), guidata dal capofamiglia. Girato con una telecamera digitale a mano addosso ai personaggi, che accresce la claustrofobia della situazione, ma anche la ridondanza. David di Donatello per l’opera prima.

AL LOCARNO FILM FESTIVAL 2004 IL REGISTA HA VINTO IL PARDO D’ORO E IL PREMIO DELLA GIURIA ECUMENICA E ALL’INTERPRETE MOHAMMED BAKRI E’ STATO ASSEGNATO IL PARDO D’ARGENTO.
NASTRO D’ARGENTO 2005 A SAVERIO COSTANZO COME MIGLIOR REGISTA ITALIANO ESORDIENTE.
DAVID DI DONATELLO 2005 A SAVERIO COSTANZO COME MIGLIOR REGISTA EMERGENTE.

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la presentazione
Fari sull’ecomafia nel giallo “civile” di Piero Colaprico
Da sinistra Diego Tavazzi, Piero Colaprico, Michele Merola e Sergio Cannavò.

Da sinistra Diego Tavazzi, Piero Colaprico, Michele Merola e Sergio Cannavò.

Un uomo elegante ritrovato nei pressi di San Siro, coperto di sangue non suo. E poi le indagini partite dalle intuizioni del maresciallo Binda e dall’ispettore Bagni che vanno a scavare nel marcio dell’eco-mafia. Parla di questo L’uomo cannone, il noir dello scrittore e giornalista di «Repubblica» Piero Colaprico, pubblicato nella collana VerdeNero della casa editrice Edizioni ambiente, presentato giovedì all’Archivio storico di via Fissiraga, nella serata organizzata dall’associazione culturale Adelante!. L’idea della piccola casa editrice, nota per le pubblicazioni specialistiche in materia ambientale, nasce dalla collaborazione con Legambiente che stende da anni un rapporto sulle eco-mafie, termine con cui si delineano i reati di criminalità ambientale. «Questo è un episodio come tanti, una storia che si incontra spesso nelle grandi città – ha aggiunto Colaprico – ; da questo episodio vicino alla realtà ho costruito una storia che si snoda a metà tra realtà e invenzione. Ci sono due tipi di luoghi, quelli in cui si pianificano i traffici, che vanno da Milano a Bonn a Lugano, e quelli in cui quei traffici trovano uno spazio fisico dove concretizzarsi, che io ho visualizzato in Chisimaio, una località della Somalia, che è una sorta di buco nero in cui questi rifiuti spariscono e vengono inghiottiti, luoghi difficili in cui i paesi occidentali riescono sempre a fare buoni affari».
Una modalità narrativa che ha accomunato diversi autori, quelli che Colaprico ha definito «la gang del noir», da Giancarlo De Cataldo, a Carlo Lucarelli, a Wu Ming, a Loriano Macchiavelli, a Tullio Avoledo, tutti con la stessa voglia di mettere la propria arte e i propri personaggi a servizio della conoscenza di una causa spesso dimenticata. «Con la collaborazione di Legambiente e il primo rapporto eco-mafie ci siamo resi conto che all’interno di questo progetto c’erano delle storie che valeva la pena raccontare – ha spiegato Diego Tavazzi, coordinatore della collana VerdeNero – e così abbiamo chiesto ad alcuni degli autori di gialli e di noir più celebri in Italia di confrontarsi con queste storie, facendo nascere qualcosa di nuovo con l’obiettivo di avvicinare sempre più persone alle tematiche della criminalità ambientale». Uno studio sistematico quello del rapporto eco-mafia, steso con la collaborazione di forze dell’ordine, istituzioni, capitanerie di porto, magistratura, in cui si traccia una mappa di tutti i reati compiuti nell’anno contro il patrimonio ambientale, come l’operazione Gerione che ha interessato il territorio lodigiano. «Grazie a operazioni come quella di Edizioni Ambiente, oggi è possibile partire di queste tematiche – ha spiegato Sergio Cannavò di Legambiente – ; forse non arriveremo ad avere una serie televisiva sui Noe, il nucleo operativo ecologico dei carabinieri, come esiste quella sui Ris, ma sicuramente molte più persone sanno di cosa stiamo parlando. Qualcuno pensa ancora che questo non sia un problema che ci riguarda da vicino, in realtà se parliamo di numeri, scopriamo che il 50 per cento dei reati ambientali hanno a che fare con la Lombardia». Rossella Mungiello

Il Cittadino, 01.11.2008

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Da Seveso alle risorse rinnovabili: in 60 immagini i due volti di una società in bilico sul futuro 

L’Italia migliore e quella da scordare 
Ambiente, sviluppo e degrado del Belpaese nella mostra di Adelante! 

Da una parte c’è un’Italia ancora dilaniata dalle ferite ambientali degli ultimi trent’anni; dall’altra invece un’Italia che corre in prima fila verso un futuro migliore. Sono questi i temi della mostra fotografica Ambiente, memoria e sfide del futuro, retrospettiva che in 60 scatti racconta le due facce della medaglia di un Paese in bilico tra emergenza e sviluppo sostenibile. L’esposizione, allestita dall’associazione culturale Adelante! in collaborazione con Legambiente nel chiostro del cortile della Biblioteca Laudense a Lodi, si sviluppa in due sezioni intrecciate. Il filone storico, Memoria, è composto da immagini di fotogiornalismo e materiale di repertorio che presentano gli avvenimenti più importanti del recente passato attraverso le immagini dell’archivio del «Corriere della Sera» e le foto di Dino Fracchia, Sergio Ferraris, Giorgio Lotti, Pierpaolo Mittica, Pierluigi Ottani; la sezione contemporanea, Ambiente, nasce invece dal lavoro di tre giovani talenti fotografici italiani (il lodigiano Roberto Caccuri, Alessandro Cosmelli e Davide Monteleone), una co-produzione con l’agenzia Contrasto e con Geo Italia. Passato e presente si mescolano in scatti fortemente evocativi, per disegnare la mappa del cambiamento ambientale del nostro Paese e sottolinearne le conquiste, la sfida e la strada ancora da percorrere.«Abbiamo sempre cercato di raccontare i cambiamenti della società andando controcorrente per sfatare falsi miti», ha spiegato Michele Merola di Adelante! presentando la mostra e l’iniziative dell’associazione che quest’anno festeggia il decennale. La diossina di Seveso, i fumi velenosi di Porto Marghera, i rifiuti di Napoli fanno così da contrasto ad alcune eccellenze italiche come l’invenzione del Mater-Bi, la plastica biodegradabile, oppure la presenza di centrali geotermiche e di allevamenti biologici.«Per anni ho raccontato brutte storie di ambiente italiano – parole di Caccuri, intervenuto all’inaugurazione della mostra tenuta sabato pomeriggio -. Ma per fortuna c’è anche un’Italia che viaggia in un’altra direzione, che è all’avanguardia in campo ambientale. Questa mostra ne è la testimonianza». L’emergenza ambientale è comunque sempre alta nel Paese, come ha sottolineato Francesca Sanna di Legambiente: «Purtroppo troppo spesso l’ambiente viene relegato in seconda fascia, quando invece è la vera emergenza da affrontare». Le iniziative di Adelante! proseguiranno giovedì sera con l’incontro con lo scrittore Piero Colaprico che giovedì sera (ore 21, Archivio storico di via Fissiraga) presenterà il libro L’uomo cannone, noir sul tema dell’ecomafia. Fabio Ravera

Ambiente, memoria e sfide del futuro – Biblioteca comunale Laudense, corso Umberto 63, Lodi; orari: da lunedì a venerdì dalle 14 alle 18.30, sabato dalle 8.30 alle 12.30; ingresso libero, aperta al pubblico fino a martedì 4 novembre.

Il Cittadino, 28.10.2008

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Incontro con Piero Colaprico, scrittore, giornalista, autore de “L’uomo cannone”
Giovedì 30 ottobre 2008 – ore 21.00
Archivio Storico – Via Fissiraga 17 – Lodi
Intervengono Sergio Cannavò (Vicepresidente Legambiente Lombardia) e Diego Tavazzi (Coordinatore della collana Verdenero – Noir di ecomafia (Edizioni Ambiente.)
L’uomo cannone. Non è facile per l’ispettore Bagni destreggiarsi nel caso della cascina, venti chilometri dalla Città di M. Giovani immigrati assassinati, morie di pecore, pastori prematuramente deceduti. E personaggi potenti, molto potenti. Tutto comincia con l’arresto di un uomo elegante e ricoperto di sangue. Offre risposte sconclusionate a un terzetto di detective parecchio stufi di essere presi in giro. Quella sera scoppierà un caso clamoroso. O forse non scoppierà affatto, dipende dal Diavolo. E anche da Bagni: se sarà capace di decidere in fretta, prima che altri decidano per lui.
Piero Colaprico ha scritto diversi romanzi e racconti. Con Pietro Valpreda ha dato vita alla serie di gialli incentrati sulla figura del maresciallo Binda, pubblicati da Marco Tropea: Quattro gocce di acqua piovana (2001), La nevicata dell’85 (2001), La primavera dei Maimorti (2002), L’estate del Mundial (2003). Tra le sue opere più recenti vi sono Trilogia della Città di M. (Marco Tropea, 2004), vincitore del premio Scerbancenco, La quinta stagione (Rizzoli, 2006) e La donna del campione (Rizzoli, 2007). Inviato speciale di La Repubblica dal 1989, ha seguito numerose vicende di criminalità e corruzione, passa per l’inventore del termine “tangentopoli” e attualmente coordina a Milano la cronaca giudiziaria del quotidiano. Tra i suoi saggi, Manager calibro 9 (Garzanti, 1995), che racconta “dall’interno” vent’anni di criminalità a Milano, e Capire tangentopoli (Il Saggiatore, 1996).
Il nome della collana Verdenero è collegato ai colori che tingono lo scenario dell’ecomafia: da una parte il verde (la natura, il bene comune per eccellenza) e dall’altra le trame e le connivenze della malavita organizzata, materia da cronaca giudiziaria, e spesso da cronaca nera. Il Verde e il Nero sono i due mondi che nell’ecomafia vengono a contatto. Ma queste “parole-colore” si estendono simbolicamente fino alle esperienze e ai sentimenti del cittadino comune, che nei fenomeni di ecomafia è quotidianamente implicato, anche quando non sembra percepirlo. Il silenzio dell’omertà, l’inquinamento delle coscienze, l’insidia della violenza sono ben rappresentati dal nero, colore dell’ombra. Mentre, dall’altra parte, resta piena e vitale la voglia di dire, di fare, di rompere i silenzi e dare uno spazio nuovo alla vita di relazione. E anche alla speranza, da sempre illuminata dal colore verde.
Gli autori che hanno aderito al progetto Verdenero sono numerosi: Sandrone Dazieri, Giacomo Cacciatore, Valentina Gebbia, Gery Palazzotto, Eraldo Baldini, Simona Vinci, Piero Colaprico, Giancarlo De Cataldo, Wu Ming, Licia Troisi, Loriano Macchiavelli, Marco Vichi, Leonardo Gori, Tullio Avoledo, Girolamo De Michele, Carlo Lucarelli, Massimo Carlotto, Valerio Varesi, Marcello Fois, Niccolò Ammaniti e molti altri.

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Un popolo di cartone sotto il Broletto: è l’altra Africa raccontata da Adelante!

Esiste anche un’Africa vitale, positiva, che guarda con ottimismo al futuro, lontana dai cliché abusati di continente martoriato da fame, povertà e guerra. E soprattutto un’Africa fatta di persone, siano studenti, madri di famiglia, operai, insegnanti, che ogni giorno lavorano e combattono per vedere riconosciuta la propria dignità. Una dignità ben visibile nella suggestiva mostra-installazione curata dall’associazione Adelante! che fino a stasera rimarrà aperta al pubblico sotto i portici piazza Broletto. “Persone: Africa, società civile e cambiamento”, questo il titolo della kermesse, presenta oltre 30 sagome a grandezza naturale di persone provenienti dai Paesi di tutto il continente, simboli dei cambiamenti che l’Africa sta attraversando. Gente comune che si sta organizzando dal basso, per resistere alla difficoltà, per superare i drammi, per progettare un’altra Africa che vuole uscire dallo sfruttamento economico della grandi potenze. La mostra, che sta facendo il giro delle piazza italiane, è un evento nell’ambito della Campagna “Africa c’è” promosso dal Cipsi e Chiama l’Africa, cofinanziato dal Ministero degli Affari esteri. Anche a Lodi l’installazione ha riscosso un buon successo di pubblico: moltissime infatti le persone che attraversando il centro storico si sono fermate ad ammirare le sagome, mettendosi in relazione e in comunicazione con un altro mondo che, malgrado gli stereotipi, è sempre più vicino al nostro.

Il Cittadino 27.10.2008

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García Villas, una vita con gli ultimi

Adelante! compie 10 anni e li festeggia con una fitta serie di iniziative culturali nel segno dell’impegno e della denuncia. Si va dalla mostra per immagini dedicata all’Africa – apertasi ieri in Broletto -, fino alla retrospettiva sui disastri ambientali degli ultimi trent’anni opera del fotografo Roberto Caccuri (dal 25 ottobre al 4 novembre presso la Biblioteca Laudense). Ad aprire la rassegna è stata, sempre in biblioteca, la mostra fotografica dal titolo Con la voce e con la penna, di Marianella García Villas, inauguratasi venerdì scorso con un intervento dell’assessore comunale Simone Uggetti. Chiara Forneris, direttrice del progetto, ha ripercorso la biografia di Marianella Garcìa Villas, una donna, che con la sua intensa attività di resistenza durante la guerra civile in Salvador (1979 -1992), ha speso tutta la vita per la salvaguardia e l’affermazione dei diritti umani. Collabpratrice di monsignor Romero, la Villas militò prima nell’Azione cattolica universitaria e poi nel Partito democratico, con il quale riuscì a entrare in Parlamento, restandovi solo due anni, dal ’74 al ’76. Continuò quindi a denunciare i soprusi e i massacri commessi nel paese durante il suo successivo lavoro presso la Commissione per i diritti umani, di cui era presidente. La guerra civile in Salvador è stata causa di numerose vittime, innumerevoli sono stati gli omicidi di massa e la Villas, aiutata dalla popolazione cui dava voce, si è impegnata a favore di una lotta “non violenta”, non solo mostrando al resto del mondo le foto degli efferati massacri compiuti, ma anche ricomponendo lei stessa i cadaveri straziati. Il suo intento era di ridare dignità umana a quei cadaveri schiacciati anche nella morte e fare in modo che la lotta per il diritto alla vita fosse di primaria importanza. Proprio per questo suo militante e ingombrante impegno nel ’83 fu catturata dei militari salvadoregni, torturata e uccisa; il suo cadavere venne poi gettato in una fossa comune. Una volta ritrovato fu esposto in una camera ardente, dove ingente fu l’afflusso delle persone che vennero a porgerle l’ultimo affettuoso saluto. Di duro impatto, le immagini esposte trasmettono senza filtri la barbarie della guerra e si fanno portatrici del messaggio di resistenza e dell’intensa forza d’animo che la Villas ha avuto nel documentare le violenze del regime. La mostra, che si propone anche di ricordare il 25esimo anniversario della morte di Marianella, è stata promossa dalla Fondazione Internazionale Lelio Basso, promotrice della nascita del Tribunale permanente dei popoli, un Tribunale d’opinione che ha dato una grossa spinta alla creazione della Corte penale internazionale. La mostra chiude nel fine settimana ed è visitabile ancora oggi dalle 14 alle 18.30 sabato dalle 8.30 alle 12.30.

 

Il Cittadino 24.10.2008

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Attenzione!
È stata annullata la proiezione “Biùtiful cauntri” prevista per lunedì 27 ottobre: purtroppo il registra Peppe Ruggiero ha avuto un impegno non previsto.
Ci scusiamo!

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qui potete trovare tutti gli eventi per i 10 anni di Adelante: mostre (le_mostre_adelante_10anni5), film (i_film_adelante10anni4) e tutto il resto (altri_eventi_adelante10anni3)!

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Da giovedì 23 ottobre a lunedì 27 ottobre 2008
Portici del Broletto – Lodi
Orari: tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.00

La mostra è un’installazione, realizzata dalle ong Chiama l’Africa (www.chiamafrica.it) e Cipsi (www.cipsi.it), di sagome a grandezza naturale di una settantina di uomini, donne, anziani e bambini dell’Africa fotografati in momenti di vita quotidiana. Si tratta di persone reali di varia estrazione sociale – la madre di famiglia con la borsa della spesa, l’operaio edile immigrato in Italia, l’universitaria e il giornalista, la bimba delle scuole elementari e un pescatore – attive nella società civile africana e italiana. In mezzo alle sagome di persone africane alcune saranno autospecchianti, in modo che chi cammina per la piazza si senta parte di questo vivace spaccato di umanità.
La mostra, che sta facendo il giro delle piazze italiane, sarà allestita nella zona di piazza Broletto, così da attirare i passanti e far conoscere un’Africa positiva, vitale che non sia solo guerre, fame e povertà, ma invece un continente vivo fatto di gente ricca di valori e di dignità.
La mostra è un evento nell’ambito della Campagna “Africa c’è” promosso dal CIPSI e CHIAMA L’AFRICA, cofinanziato dal Ministero degli Affari esteri.
Fa parte dell’installazione anche una “casa africana” nella quale è possibile interagire con un programma interattivo e visionare un video. La casa è anche lo spazio ove ci si interfaccia con il pubblico per eventuali spiegazioni.

Guarda le foto delle installazioni realizzate in altre piazze d’Italia: clicca qui

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Da sabato 18 ottobre a sabato 25 ottobre 2008
Biblioteca Comunale Laudense, Corso Umberto 63 – Lodi
Orari: da lunedì a venerdì dalle 14.00 alle 18.30, sabato dalle 8.30 alle 12.30
Inaugurazione venerdì 17 ottobre 2008, ore 18.00.

Interviene Chiara Forneris della Fondazione Basso – Sezione Internazionale.

mostra fotografica

La mostra nasce dall’esigenza di divulgare e di far conoscere il lavoro che Marianella Garcia Villas fece come Commissione dei Diritti Umani. Attraverso l’uso della fotografia testimoniò la dura realtà del El Salvador. Le foto,provenienti dalla CDHES e conservate dall’archivio della Fondazione Basso – Sezione Internazionale,sono dell’epoca. Istantanee di vita, di un regime e di un paese dilaniato dalla guerra civile,in cui non era permesso denunciare ciò che noi oggi vediamo attraverso questa ricostruzione. Marianella documentava le violenze del regime utilizzando la fotografia come forma di resistenza nei confronti della dittatura,custodendo e diffondendo quella realtà che il suo governo intendeva occultare.Sono foto “rubate”sotto gli occhi dei militari; fatte di nascosto nella selva e al mercato; di notte quando le forze armate irrompevano nelle case per scovare i presunti sovversivi; scatti fatti in situazioni di pericolo e di terrore.Non sono foto artistiche,ma sono la testimonianza ancora viva dell’occhio di una persona che voleva indignare per i soprusi e le angherie di chi diritti non aveva,e infondere la voglia di lottare per non essere più testimoni di queste atrocità.

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